sabato 22 dicembre 2007

sete di sangue (il prezzo della follia)

sicuramente è capitato anche a voi di seguire il ragionamento di una persona con qualche difetto di equilibrio mentale. farlo non è il massimo dal punto di vista dell'etichetta di società. l'antica saggezza suggerisce inoltre che agli astanti potrebbe non risultare lampante chi è quello con più problemi tra i due. ma questo è solo un problema che affligge chi ci tiene al giudizio del prossimo. moralmente è da condannare il fatto di stare a divertirsi alle spese della dignità di una persona con difficoltà. la cosa è scusabile se il divertimento è un aspetto secondario rispetto ad un fine scientifico o pseudo tale.

ho pertanto elaborato una mia teoria sul ragionamento schizofrenico. la spiego con un ragionamento di esempio. e non è un ragionamento qualunque. è quello del protagonista del libro "io uccido" di faletti:

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"Anche in questo siamo uguali. L'unica cosa che ci fa differenti è che tu, quando hai finito di parlare con loro, hai la possibilità di sentirti stanco. Puoi andare a casa e spegnere la tua mente e ogni sua malattia. Io no. Io di notte non posso dormire, perché il mio male non riposa mai."
"E allora tu che cosa fai, di notte, per curare il tuo male?"
"Io uccido..."
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la mia teoria è che la differenza tra un ragionamento impeccabile e un ragionamento paranoide o schizofrenico avviene in unico momento, spesso difficilmente percettibile o nascosto, ma completamente spezzato dal resto. nel caso riportato, il frammento di rottura, anche per esigenze sceniche, è posto alla fine. cioè una persona normalmente, per stessa ammissione/identificazione del suo interlocutore, sofferente descrive una situazione quasi noiosa se non che alla fine si spezza l'armonia con qualcosa che non c'entra niente: il desiderio di ammazzare.

ma i folli ragionamenti sanguinari non si trovano solo nei libri da supermercato o nelle pagine della cronaca. ne riporto uno recente, da me schematizzato per semplicità:

a) "questo mondo è attraversato da tante tensioni, da conflitti, aree di crisi e situazioni complesse da dipanare e risolvere" (eggià. frase innegabile da quando esiste l'uomo, no? ma la perdoniamo, è la classica captatio benevolentiae. si inizia sempre così. è come dire: non ci sono più le mezze stagioni)
b) "l'Italia non può chiudersi nelle sue mura di casa, non può rinchiudersi in se stessa" (anche questo è impossibile da obiettare. forse i pacifisti sono autistici? o solo i militari sono estroversi?)
c) l'Italia ha un "ruolo storico e dell'orgoglio nazionale di un grande Paese collocato in una posizione di prestigio e di importanza innegabile" (ancora una frase impeccabile: i pacifisti sono persone senza dignità né orgoglio e si meritano un posto meno bello)
d) è per questo che vanno fatte pagare alla marmaglia votante grandi cifre in termini di uomini macellati e soldi bruciati per le missioni di occupazione... opps "guerra preventiva" ovvero "polizia internazionale" ovvero per quella bella e sana volgia di guerra che un uomo di potere deve soddisfare.

mi sembra il salto di ragionamento degno di uno psicopatico inventato da un ex comico di drive-in.

dall'attuale rappresentante di quella strana figura costituzionale inventata all'ultimo momento dai costituzionalisti spiazzati dall'esilio del re, che possiamo chiamare in seguito il "supplente del già inutile re", ci si sarebbe aspettati come naturale evoluzione del ragionamento "ed è per questo che abbiamo deciso di spendere di più per la diplomazia" oppure "non alimentiamo il fiume di sangue con altre truppe vittime e carnefici". e invece no. altri soldi per i miltari veri ed operativi, quelli che sparano e vengono sparati. e pensare che questa istituzione ci costa quattro volte di più di quanto costa la regina agli inglesi. questa istituzione che serve solo a dire queste cose pazzesche.

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